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Cambiare il sorriso dei pazienti con TRIOS

Dott. Luca Alibrandi

Specialista in parodontologia e impiantologia

Studio Odontoiatrico Alibrandi

Fin dai tempi universitari ho sempre avuto una naturale passione per l’Odontoiatria Estetica.

Una copia di “Bonded Porcelain Restorations” del Professor P. Magne era sempre nel mio zaino e qualsiasi possibilità di frequentare corsi o classi dove si parlasse di faccette o avere l’occasione di esercitarsi in una neonata tecnica di “DSD” era per me il massimo. L’incontro fisico con il digitale è avvenuto grazie ad un collega che, condividendo la mia passione, mi invitò a frequentare saltuariamente il master di “Odontología Restauradora Basada en Nuevas Tecnologías” dell’università Complutense di Madrid, dove gli alunni avevano la possibilità di disporre di una ventina di scanner di diverse aziende e si allenavano cronometrandosi a vicenda nella rilevazione delle impronte intraorali.

Fin da subito lo scanner TRIOS mi ha dato la sensazione di una particolare accuratezza e velocità di scansione rispetto ad altre che mi era capitato di provare fino a quel momento, sensazione che poi nel tempo si rivelò del tutto premonitrice. Dopo la Laurea, ho subito iniziato a collaborare con uno Studio Odontoiatrico che aveva una particolare attenzione all’innovazione tecnologica della professione e aveva recentemente acquisito un “IOS” di un altro produttore.

Tuttavia, dopo due anni di uso clinico e vari tentativi di riabilitazioni protesiche full digital, provavo un forte senso di frustrazione per l’incredibile numero di casi che, seppur non complessi, necessitavano di tante ore di lavoro, per poi finire inevitabilmente con la rilevazione di un’impronta analogica.

Il fatto che ci sia una curva di apprendimento e che la pratica sia fondamentale per padroneggiare qualsiasi tecnica nella nostra professione è scontato, ma avendo avuto la possibilità di vedere in azione il TRIOS sapevo che lo scanner che stavo utilizzando in quel momento non era il gold standard e che limitava di molto quello che un approccio digitale poteva offrire alla mia attività ed ai miei pazienti.

Dopo questa esperienza, quando si è trattato di rinnovare lo scanner, non ho avuto dubbi su quale scegliere, e finalmente sono riuscito ad ottenere un TRIOS.

Fin da subito mi ha colpito la velocità di scansione ed acquisizione dell’impronta, ma la cosa più sorprendente è stata poter disporre di numerose app in house utili per comunicare in modo immediato ed efficace con il paziente e soprattutto con l’equipe odontotecnica, semplificando esponenzialmente la pratica quotidiana. Negli ultimi anni i pazienti sono sempre più esigenti in termini di pre-visualizzazione del risultato finale e di velocità nel risultato, ed in questo senso gli strumenti digitali hanno creato dei vantaggi incredibili, riducendo innanzitutto l’invasività nella fase preliminare, e dando una spinta all’indecisione che alcuni pazienti hanno nell’affrontare o meno alcuni trattamenti, ma soprattutto diminuendo in modo non trascurabile i tempi operatori, tutto questo però solo se si lavora con un macchinario che risponde realmente alle esigenze e sia intuitivo e funzionale.

La presentazione del caso

Questa premessa mi porta a presentarvi il caso di Franco, 70 anni, forte bruxista, paziente della Clinica da una vita, che una mattina di Dicembre, dopo una seduta di igiene orale, mi ha salutato mentre ero impegnato nella rilevazione di un’impronta ottica. Rimasto immediatamente incuriosito dalla macchina che stavo utilizzando, essendo lui un Ingegnere specializzato nella realizzazione di strumenti tecnologici innovativi orientati alla semplificazione del lavoro, ha cominciato a interrogarmi sul suo funzionamento e sulle sue applicazioni cliniche.

Avendo lui delle abrasioni importanti, ho pensato che quella fosse un’ottima occasione per utilizzare il programma di DSD, e dopo due rapide foto fatte con il mio telefono e caricate sul PC, ci siamo messi a giocare con l’infinita offerta di disegni di sorriso possibili; in una decina di minuti, abbiamo sviluppato insieme un rendering virtuale di quello che, un’estesa riabilitazione estetica, avrebbe apportato al suo sorriso.

Divertito e stupito Franco ha lasciato lo studio quel pomeriggio, per poi chiamarmi la sera stessa per dirmi che voleva assolutamente cominciare il trattamento, alla sola condizione che fosse finito entro Natale per fare una sorpresa alla sua famiglia.

Ora non so nelle vostre cliniche, ma nella nostra attività, nel mese di dicembre, la concentrazione di casi per i tecnici e per lo studio è molto alta, rendendo a volte utile procrastinare l’inizio di nuovi casi con l’anno nuovo, ma visto il desiderio di Franco, volevo renderlo felice per Natale, così ho cercato una soluzione con il tecnico che ha voluto affrontare con me e vincere questa sfida contro il tempo, organizzando il lavoro in soli due appuntamenti nell’arco di una decina di giorni.

Appuntamento n.1: abbiamo rilevato un’impronta delle arcate e la registrazione dell’occlusione con un rialzo occlusale ottenuto da un Jig di Lucìa, promuovendo quindi una deprogrammazione del sistema neuro-muscolare e creando uno spazio ottimale dove il nostro team odontotecnico ha realizzato la ceratura digitale.

Appuntamento n.2: tramite la “Flowable Injection Tecnique” descritta dal Dott. Enrique Diaz Guzman, abbiamo sfruttato i numerosi vantaggi di questa tecnica rivoluzionaria e minimamente invasiva che di fatto non comprende grosse preparazioni dentali ed offre grazie anche alla continua evoluzione delle resine composite ottimi risultati estetici e longevi anche in casi di pazienti bruxer, saltando di fatto molte fasi cliniche come per esempio la prova mock up grazie al dsd e semplificando enormemente il lavoro di molaggio selettivo e di regolazione occlusale dopo la stampa delle resine.

Il risultato del trattamento

Il paziente, in una mattinata intensa di lavoro, a pochi giorni da Natale, è passato da questa situazione iniziale.


a questo risultato.

È incredibile pensare come, senza l’ausilio del software di programmazione, sarebbe stato impossibile fornire un design estetico ideale per il paziente, ed un’occlusione di questo tipo subito dopo aver polimerizzato.

Il paziente in un recente controllo mi ha confidato che questo Natale il regalo più bello glielo abbiamo fatto noi, poiché sua figlia per la prima volta da quando era bambina lo ha rivisto sorridere.

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Informazioni sul dott. Luca Alibrandi

Dott. Luca Alibrandi

Specialista in parodontologia e impiantologia

Studio Odontoiatrico Alibrandi

Dott. Luca Alibrandi Laureato in odontoiatria e protesi dentale presso l’Universidad Europea De Madrid nel 2014, nel 2017 si specializza in “Parodontologia avanzata” dopo un master biennale full time presso la stessa università con la tesi “Valutazione dei diversi trattamenti periimplantari” frequentando attivamente lo studio del Professor Ricardo Fernandez. Socio Aiop, Sidp, Sepa e ITI dal 2014 integra la sua preparazione frequentando lo studio del Dott. Agostino Scipioni e collaborando presso lo studio privato del Professor Dario De Leonardis. Partecipa al corso annuale Aiop di protesi nel 2018/19. Lavora presso lo studio Odontoiatrico Alibrandi come specialista in parodontologia e impiantologia.